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Ghion

Aperto da stefano suprani, 04 Febbraio 2022, 08:55:57

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stefano suprani

L'altro giorno per motivi inerenti il mio lavoro, ho avuto la possibilità di conoscere il segretario del Sassuolo con il quale mi sono intrattenuto in una lunghissima chiacchierata durante la quale non ho potuto ovviamente esimermi dal chiedere notizie sul nostro giocatore giunto in prestito proprio dalla città delle piastrelle. Il direttore mi ha detto che Ghion è un profilo su cui loro contano molto per tanti motivi che riguardano anche l'aspetto morale e caratteriale del ragazzo, sulle qualità tecniche si puo' scommetere essendo un giocatore molto dotato, nelle occasioni in cui l'hanno visto giocare sono rimasti molto soddisfatti tenuto conto ovviamente dell'età e del minutaggio relativamente basso. Mi ha detto che lo hanno prestato volentieri al Perugia perchè volevano vederlo giocare in un contesto tattico confacente alle sue caratteristiche e cioè in una squadra propositiva e sotto questo aspetto per loro Alvini rappresentava una garanzia, avendo fatto giocare sempre le proprie squadre così, ma quando gli ho espresso le mie impressioni sull'attuale modo di giocare del Perugia, piu' catenacciaro ma non meno efficace, ha fatto una bella risata dicendomi che le esigenze di classifica e di obiettivi portano spesso a cambiamenti tattici anche estremi d'altronde alla fine, l'unica cosa che conta è il risultato finale e il fine giustifica sempre i mezzi.
E' stato un piacere ovviamente potermi confrontare con persone di assoluto livello, insieme a lui c'erano altri grandissimi personaggi che hanno fatto la storia del calcio degli ultimi 30 anni, come ad esempio il direttore Rino Foschi, autentico personaggio dotato di un carisma e una simpatia unica unita ad una competenza e una passione smisurata, è in grado di fare la radiografia esatta di qualsiasi giocatore presente o passato. Quando si ama il calcio come lo amo io e ci si puo'confrontare con simili monumenti si prova proprio una grande soddisfazione e ci si ritrova ad amare questo gioco ancora di piu', se possibile. 

Marco Casavecchia

Molto interessante la valutazione su Ghion. Peccato non poterlo ancora valutare appieno, viste le poche presenze del ragazzo. Sono convinto che prima o poi tornerà a Sassuolo e farà una buona carriera, magari passando per un'altra squadra di B, a tempo pieno, o di A di seconda/terza fascia prima approdare di nuovo in neroverde. Questo è il lato positivo ma, al contempo, negativo della politica del Grifo. Valorizzare i giocatori degli altri.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

stefano suprani

Valorizzare i giocatori degli altri, segnatamente giovani non sempre di belle speranze, è una politica che adottano le squadre di serie B che fanno impresa e cioè quelle che a fine anno vogliono mettere in tasca utili. I contributi base della Lega sono di un milione e mezzo che però in base al minutaggio dei giovani possono arrivare anche a cinque. E' evidente che chi opta per questa scelta non ha praticamente alcuna possibilità di tentare voli pindarici verso l'alto ma ci guadagna in contributi e monte ingaggi, chi invece vuole provare a fare il salto di qualità deve virare verso altre scelte che passano dall'ingaggio di elementi che hanno altre caratteristiche quindi non è roba per noi.

Marco Casavecchia

E infatti, probabilmente resteremo in B per diverso tempo, sempre che non si ripetano stagioni disastrose come due anni fa. Visto che qualcuno sembra essersi foderato gli occhi di prosciutto e seguita a scrivere di operazioni mirabolanti e acquisti definiti "colpi di mercato", mi chiedo come si dovrebbero chiamare allora quelli del Lecce, Brescia, Pisa. Certo, il sospetto che ci sia gente approdata al mondo dell'informazione per puro caso o per raccomandazione e, a volte, anche un po' "ignorantella", visto l'italiano impiegato, è forte. 
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

Marco Perugia

"Alvini rappresentava una garanzia, avendo fatto giocare sempre le proprie squadre così, ma quando gli ho espresso le mie impressioni sull'attuale modo di giocare del Perugia, piu' catenacciaro ma non meno efficace, ha fatto una bella risata dicendomi che le esigenze di classifica e di obiettivi portano spesso a cambiamenti tattici anche estremi d'altronde alla fine, l'unica cosa che conta è il risultato finale e il fine giustifica sempre i mezzi."
...
Ancora con sto catenaccio??
Dai non c'entra niente.
Sul fatto di cambiare in base alle esigenze ci sta ma senai nel caso specifico non è certo la classifica ma semai i giocatori avuti s disposizione.
Cmq se per te Alvini fa il catenaccio non voglio certo convincerti io del contrario.

stefano suprani

Evidentemente non è solo per me che Alvini fa il catenaccio, comunque io non voglio e sopratutto non debbo convincere nessuno, ho solo riportato un giudizio condiviso con un addetto ai lavori interessato. Il catenaccio poi non è da intendere in modo spregiativo, è una tattica di gioco come un'altra che ha peraltro reso e tanto a molte squadre del passato o anche del presente.

Marco Perugia

Ma come?
Lo hai scritto tu che un addetto ai lavori ha definito il Perugia "cioè in una squadra propositiva e sotto questo aspetto per loro Alvini rappresentava una garanzia, avendo fatto giocare sempre le proprie squadre così"
Tu hai parlato di catenaccio e non lui.
Cmq catenaccio o no speriamo di vendicare la partita dell'andata e portare via punti pesanti oggi.

Marco Casavecchia

Veramente a me lo ha detto anche un ex giocatore del Grifo, che talvolta partecipa a trasmissioni tv. Non è da intendersi in modo dispregiativo, ma il gioco di Alvini tutto è meno che offensivo e propositivo. Come nel catenaccio di qualche tempo fa, le squadre si impegnavano nel bloccare il gioco avversario, cercando di ostacolarne la manovra nella propria metacampo, così,  nel gioco di Alvini, c'è una costante applicazione nel bloccare la manovra avversaria, con l'aggressività e la pressione dell'avversario. Solo che lo fa oltre la linea di metacampo. Ma non c'è traccia di gioco costruttivo. Non si vede una manovra sulle fasce, né una verticalizzazione, né triangolazione al limite dell'area, né manovre per liberare un giocatore al tiro. Di sovrapposizioni nemmeno a parlarne, come di cross dal fondo. Si cerca di rubar palla e ripartire. Le ultime partite lo stanno dimostrando. Manca la qualità?  Bene, ora, visto che si dice contento del mercato, aspettiamoci di vedere un Perugia diverso, che non aspetti un calcio da fermo, un rigore o un errore avversario per segnare. I pochi gol segnati, l'andamento pessimo in casa, ci dicono che il Perugia ha difficoltà a segnare. Per me è  a causa del gioco. Per altri perché non ha gli uomini giusti. Forse tutte e due le tesi son giuste. Io resto convinto che il Grifo continuerà a giocare meglio fuori casa. Una cosa è certa: Alvini non cambierà il modo di giicare e quando è in difficoltà non passa mai ad altri moduli o opera cambi determinanti, anzi, talvolta sono peggiirativi, come a Monza o in casa col Pordenone. Speriamo di essere smentito. Ma questa impressione ce l'hanno anche persone che il calcio lo conoscono, lo hanno giocato a livelli che Alvini non ha praticato o tecnici che hanno allenato anche a buoni livelli, e che l'hanno condivisa con me. Da capire se non può cambiare per mancanza di materiale o per naturale inclinazione. Abbiamo tutto un girone per essere smentiti. A me piacerebbe un Perugia bello a vedersi, ma anche più prolifico, che pratichi un calcio più offensivo. Credo che la disaffezione e il calo del numero di spettatori sia dovuto anche a ciò che si vede. Vanno bene l'impegno, il lavoro, il sacrificio e la serietà,  di giocatori e tecnico, ma anche il palato vorrebbe essere soddisfatto, oltre tutto.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

Marco Casavecchia

Citazione di: Marco Perugia il 05 Febbraio 2022, 08:42:33
Ma come?
Lo hai scritto tu che un addetto ai lavori ha definito il Perugia "cioè in una squadra propositiva e sotto questo aspetto per loro Alvini rappresentava una garanzia, avendo fatto giocare sempre le proprie squadre così"
Tu hai parlato di catenaccio e non lui.
Cmq catenaccio o no speriamo di vendicare la partita dell'andata e portare via punti pesanti oggi.

Infatti Stefano ha usato il tempo giusto: l'imperfetto. Ma Ghion gioca poco e il contesto tattico è cambiato, come ha poi specificato il Ds del Sassuolo. Non ci vedo nessuna contraddizione. Alvini con la Reggiana é retrocesso, non certo per demerito suo, almeno on solo, ma per tutta una serie di circostanze. Ma anche la promozione in B, è stata frutto di una serie di circostanze legare al Covid e ad un finale di play off anomalo. Gli anni della D o della C, a me, dicono poco. I risultati ottenuti dal tecnico sono molto discordanti, perché a stagioni di successi (Tuttocuoio), si sono alternate stagioni di fallimenti (Pistoiese) o modeste (Albinoleffe). Per cui, a Perugia, immagino si preoccupi più di raggiungere l'obiettivo prefissato, anche modificando il suo atteggiamento tattico, per esigenze di classifica, come infatti ha affermato il Ds del Sassuolo. Da vedere se, adesso, con D'Urso e Beghetto, si potrà vedere un Perugia diverso.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

Marco Perugia

Che sopratutto in casa siano state giocate brutte partite in termini di gioco espresso e di risultati è innegabile ma Alvini è l'ultimo dei problemi dell'universo Perugia.
Il concetto di catenaccio però è sbagliato da un punto di vista tattico.
I principi del catenaccio non sono presenti nel gioco del Perugia; il più palese è il comportamento della linea difensiva in fase di non possesso che accetta l' 1 Vs 1 anche con 50 m. di campo alle spalle con i difensori rompono la linea sistematicamente.
Il catenaccio aveva (dico aveva perché nessuno ormai lo fa più) tutt'altri concetti e se proprio si vuol cercare qualcuno che fa un gioco simile non è certamente il Perugia di quest'anno.

Marco Casavecchia

... Il catenaccio nasce quindi come strategia per squadre con risorse limitate che cercano di compensare lo scarto tecnico e atletico con quelle più forti, ma è subito circondato da un'aura negativa. In Italia il calcio è ancora considerato un gioco d'attacco e i cambiamenti portati dal catenaccio – l'arretramento delle linee, l'accumulo di difensori, la presenza di un giocatore alle spalle di tutti con il solo scopo di interrompere gli attacchi e spazzare l'area – sono una sfida alle convinzioni radicate sulla tattica e sullo spirito del gioco... (dal sito https://www.ultimouomo.com/catenaccio-storia-origini/)

  ... vedo molte analogie con il gioco di Alvini ... la prima parte è simile. Non ci trovo sull'area negativa. Invece di avere un accumulo do difensori lo abbiamo di centrocampisti, ma certo che né Lisi né Ferrarini lo sono appieno. Spesso il Perugia passa ad un 5-3-2 ... Nessuno ha detto che Alvini pratichi il catenaccio tout court, ma che lo sposta a centrocampo, persino con marcature ad uomo. Per me insomma pensa più a distruggere che a costruire ... infatti i risultati esterni lo confermano. Fuori controlli il gioco avversario e poi riparti, in casa stenti perché spesso mancano le idee e/o la qualità.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

stefano suprani

Io ritengo che al pari di Caserta lo scorso anno, Alvini sia finora decisivo sul rendimento della squadra in campionato. Entrambi hanno modificato il loro modo di giocare adattando il materiale umano a disposizione alle esigenze di classifica, il primo per la promozione, il secondo per la salvezza. Allo stesso modo sono stati oggetto di critica da parte dei tifosi che storcono il naso fondamentalmente perchè mancano sempre giocatori di qualità che per un verso o per l'altro costringono chi li guida a rinunciare a qualcosa mettendo toppe sui calzini rammendati, ma nessuno che muove queste critiche all'unico vero responsabile, nessuno che si chiede come mai tutti gli allenatori appena possono se ne vanno in fretta e furia e tutti invece che si ostinano a cercare giustificazioni o rebus improbabili sui motivi di cotanta tristezze in campo. Sul catenaccio non voglio aggiungere altro, io la penso in questo modo e prendo atto che c'è chi invece la vede in modo opposto tuttavia trovare il direttore del Sassuolo che la vede come me mi fa sembrare meno scemo.

Marco Perugia

Dubito che il direttore del sassuolo abbia usato la parola catenaccio.
Poi Prof questo :"l'accumulo di difensori, la presenza di un giocatore alle spalle di tutti con il solo scopo di interrompere gli attacchi e spazzare l'area" è proprio quello che dicevo. Principio del catenaccio che nel Perugia non esiste anzi proprio nel comportamento della linea difensiva mancano i principi base del catenaccio
Questo non è opinabile è cosi. Legittima ogni opinione ma parlare di catenaccio proprio no.
Tutt'altra cosa è dire prima si pensa a distruggere che costruire oppure non pratica un gioco spregiudicato o marcatamente offensivo.
Insomma è proprio catenaccio che Alvini o non Alvini non viene praticato.

Marco Casavecchia

Mi spiego meglio. Non parlobdi catenaccio in senso stretto, ma di  concetto esteso in chiave moderna. Fai una sorta di diga in mezzo al campo facendo densità percrecuoerare palla e ripartire. Non c'è il libero, certo, ma spesso il nostro centromediano si abbassa parecchio.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

Marco Perugia

Citazione di: Marco Casavecchia il 05 Febbraio 2022, 18:48:53
Mi spiego meglio. Non parlobdi catenaccio in senso stretto, ma di  concetto esteso in chiave moderna. Fai una sorta di diga in mezzo al campo facendo densità percrecuoerare palla e ripartire. Non c'è il libero, certo, ma spesso il nostro centromediano si abbassa parecchio.
Ok Prof ma non è catenaccio. È un altra cosa


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